Le origini e le prime vittorie (1926-1942)

Il Narni vincitore del campionato di 1ª Divisione Umbra 1939-40 - In alto da sin: Modoni (Pres), Braciola, Garibaldi, Pauselli, Cabiati A., Sparisci, Proietti E., Baldistei, Pacini (Mass), Pascucci, Ciarletti (All.). In basso da sin.: Agostini, Franceschini, Cabiati G. (Mascotte), Cabiati F., Pasqualini.
Fondata nel 1926 con il nome di Unione Polisportiva Narnese, svolge attività episodica fino al 1930, quando con la denominazione di Associazione Calcistica Narni si iscrive al campionato U. L. I. C.. Con la realizzazione nella zona del tiro a segno del campo del “Littorio” (agosto 1932), la squadra narnese può finalmente disporre di un terreno di gioco regolamentare e così dopo una stagione di sole gare amichevoli (1931-32) l’Associazione Sportiva Fascista Narni può tornare a giocare partite ufficiali nel torneo “uliciano”. Con le nuove divise da gioco neroazzurre avute in contributo dall’Ambrosiana Inter, il Narni si laurea nella stagione 1933-34 campione regionale U. L. I. C., avendo la meglio nella doppia finale, del Fascio di Sant’Eraclio (1-0 in casa e 2-2 in trasferta). Nella stagione successiva i neroazzurri narnesi arrivano ancora alla finale regionale, ma devono arrendersi al Foligno. Il 1936-37 vede il Narni, tornato nel frattempo a vestire i colori rossoblu, partecipare al suo primo vero campionato: la 1ª Divisione Umbra a categoria unica. Chiude al penultimo posto (quinta su sei partecipanti) e dopo un'altra stagione di transizione (4º posto in coabitazione con le più quotate AUSA Foligno, Gubbio, Perugia e Tiferno), la squadra sembra aver acquisito l’esperienza giusta per poter lottare per il vertice. A far compiere il definitivo salto di qualità è l’ingaggio del centravanti Pascucci che insieme al nucleo storico di calciatori formato da Agostini, Giulio Amerini, Ferrero ed Ampelio Cabiati, Di Clemente, Franceschini, Garibaldi, Pauselli, Paparelli ed al tecnico Galileo Ciarletti, regala ai tifosi narnesi la gioia della promozione in serie C nel 1939-40, grazie alla vittoria nel campionato di 1ª Divisione Umbra. Tuttavia la società guidata dal presidente Antonio Modoni, sarà costretta a rinunciare a partecipare al torneo di terza serie per la mancanza di risorse economiche e non ultimo per l’assottigliamento dell’organico tecnico in seguito alla chiamata alle armi di molti tesserati. Ancora un campionato, chiuso con un anonimo piazzamento a centro classifica, prima del ritiro a metà della stagione 1941-42.

Il secondo dopoguerra e gli anni cinquanta (1945-1959)

Alla ripresa dell’attività agonistica, la società rossoblu rinominata nuovamente U. P. Narnese, viene inserita nell’organico della Lega di serie C, ma anche questa volta è costretta a rinunciare per carenze economiche ed organizzative. Si riparte dunque, ancora dalla 1ª Divisione, ma con un nuovo campo di gioco: lo stadio San Girolamo; costruito nel 1945 ed inaugurato dal sindaco Rutilio Robusti in occasione della partita con la Clitunno, valevole per il campionato regionale umbro. Dopo aver raggiunto il girone finale nel 1946-47, la squadra rossoblu fatica nei tornei successivi a ritagliarsi un ruolo da protagonista. Ciò nonostante riesce a conseguire un posto nella Promozione 1952-53, il campionato più competitivo di sempre nella storia del calcio umbro, che vede allineate al via compagini di alto rango come Ternana, Foligno e Gubbio. La Narnese dei vari Mandich, Umbro Martini, Magaldi e Pei chiude al 6º posto, piazzamento che sarà poi ripetuto nel campionato successivo, dove i rossoblu si prenderanno anche il lusso di andare a vincere al “Brin” di Terni per 1-0, grazie ad una rete di Spezzi. Segue una fase di transizione, durante la quale la dirigenza, sempre alle prese con la solita mancanza di risorse finanziarie, potenzia e sviluppa il settore giovanile. Il seme gettato alla fine degli anni ’50 darà poi i suoi frutti nel decennio successivo.

Gli anni sessanta (1960-1969)

La Narnese vincitrice del campionato di 1ª Categoria Umbra 1961-62. Promossa in serie D - In alto da sin.: Saccodossi, Amerini C., Foschi, Bravetti, Moretti, Ratini, De Bonis (All.). In basso da sin.: Chieruzzi, Gabrielli, Amerini P., Pica, Strinati.
L’uomo che cambia il corso della storia è Paolo Grassi, divenuto presidente all’inizio della stagione 1960-61. Nello stesso anno i rossoblu guidati da Giorgio De Bonis vincono la Coppa Umbra a spese dell’Angelana, ribaltando con un tennistico 6-1, lo 0-3 subito in trasferta nella partita di andata. È il preludio al trionfo della stagione successiva, che vede gli uomini di De Bonis salire per la prima volta in serie D, dopo aver letteralmente dominato il campionato di 1ª Categoria regionale con numeri da record: 50 punti su 60 disponibili, 7 punti di vantaggio sulle seconde (Gubbio e Foligno), 74 gol fatti, 23 vittorie su 30 gare giocate e con Umbro Chieruzzi capocannoniere con 21 reti. L’onda lunga del successo in campionato sarebbe potuta continuare anche nella Coppa Umbra (sconfitta in finale) e nel torneo per lo scudetto dilettanti (fuori ai quarti con la Nocerina), ma in entrambe le occasioni sono i calci di rigore a vanificare un tris di vittorie che sarebbe stato unico ed irripetibile. La prima partecipazione in serie D non è però fortunata, la Narnese paga infatti lo scotto del noviziato e nonostante l’ingaggio del talentuoso Edilio Salvini, torna dopo un solo anno fra i dilettanti regionali. Con un nuovo allenatore, Franco Moretti, e praticamente con lo stesso gruppo di giocatori delle ultime due stagioni (Claudio Amerini, Bonifazi, Umbro Chieruzzi, Giorgio De Santis, Foschi, Gabrielli, Lucidi, Pica, Salvini, Spinelli e Venturini) la permanenza in 1ª Categoria dura un solo anno e grazie ad una cavalcata trionfale senza sconfitte, i rossoblu (che alzano al cielo anche la loro seconda Coppa Umbra) tornano nella serie superiore.

La Narnese 3ª classificata nel campionato di serie D gir. C 1964-65 - In alto da sin.: Menciotti, Chieruzzi, Salvini, Turchetti, Ortolani, Cecchetto, Margheriti (Mass.). In basso da sin.: Grossi, Tacconi, Pica, Magherini, Spinelli.
Questa volta la società non si fa trovare impreparata, rafforzando l’organico con elementi di sicuro valore, come l’allenatore-giocatore Magherini, l’ala destra Cecchetto e soprattutto con il ritorno in maglia rossoblu del libero Menciotti. Dopo una marcia regolare, con poche sbavature (solo 5 sconfitte) ed un torneo condotto sempre nelle prime posizioni, i rossoblu chiuderanno al 3º posto a soli 3 punti dalla capolista Jesi, rimanendo aggrappati al treno promozione fino all’ultima giornata.
Dopo un’annata incolore nel 1965-66 (7º posto finale), la Narnese si presenta al via della stagione 1966-67 con propositi di promozione. La squadra rinforzata dal centravanti Perli, dall’esterno Cassin e dai giovani Giordano e D’Anna, sembra pronta al grande salto. Ma dopo un’ottima partenza, i ragazzi di Magherini calano alla distanza, finendo il campionato al 7º posto. Sul cedimento della seconda parte di stagione, molto hanno pesato i guai finanziari del presidente Grassi, che a fine stagione lascia la propria carica. La società abbondonata a se stessa e con una situazione debitoria particolarmente delicata riesce comunque ad iscriversi al campionato 1967-68, solo grazie ai contributi provenienti dal Comune e alla generosità dei tifosi. Ma non basterà per scampare alla retrocessione, che arriva dopo una stagione travagliata, caratterizzata da ben sei avvicendamenti tecnici (tra cui quello di De Bonis e del pittoresco italo-brasiliano Emilio Benè) e dalle dimissioni del presidente Giuseppe Bravi (a cui succede Elvio Daniele), dopo i gravi incidenti che seguono la partita interna con la Cuoio Pelli, costati ben sei turni di squalifica al campo per le percosse all’arbitro Raffa di Roma.

Gli anni settanta (1970-1979)

La Narnese 2ª classificata nel campionato di 1ª Categoria Umbra 1973-74 - In alto da sin.: Russo, Grillini, Giordano, Cardinali, Di Leonardo, Del Monaco. In basso da sin.: Tommasi, D’Anna, Sofferenti, Proietti, Moretti.
All’inizio degli anni ’70 il timone della società viene affidato a Renato Pace, personaggio poliedrico, con una lunga esperienza dirigenziale alle spalle e già presidente negli anni cinquanta. Dopo il 3º posto nel campionato 1969-70, i rossoblu si migliorano ancora nella stagione successiva chiudendo al 2º posto (seppur molto distanti dall’Angelana), grazie al ritorno di Perli (nelle vesti di allenatore e giocatore), all’esperienza di Umbro Chieruzzi e Pica e all’esplosione dei giovani Ezio Moretti e Moreno Grillini, questi ultimi grandi protagonisti in uno storico 4-3 all’Ortana. Nel 1971-72 sotto la presidenza di Turreno Bianchi e con Franco Nicolini in panchina la Narnese è ancora 2°, questa volta dietro all’Orvietana. L’anno buono per il ritorno in serie D sembra essere il 1973-74. Alla guida tecnica c’è di nuovo Corrado Perli. La squadra con Russo, Cardinali ed Egidio Proietti nel reparto arretrato, con D’Anna, Grillini, Giordano e Sofferenti in mezzo al campo e con lo stesso Perli ed Ezio Moretti in avanti, si presenta al via del campionato come la compagine più accreditata per la vittoria finale. Ma anche questa volta la Narnese dovrà accontentarsi della seconda piazza. A pesare sarà la sconfitta per 3-0, l’unica di tutto il campionato, subita nello scontro diretto di Cannara e che alla fine farà pendere l’ago della bilancia a favore dei rossoblu della Grifo, che precederanno in classifica i narnesi di un solo punto (47 a 46). Alla fine della stagione Bianchi lascia la carica di presidente, la società in attesa di eleggerne uno nuovo, nomina un Commissario Straordinario: l‘Avvocato Massimo Carignani. La squadra affidata al neo tecnico Sciarretta chiude il campionato 1974-75 con un onorevole 3º posto, davanti ai rivali cittadini dell’Elettrocarbonium. Al vertice della società arriva intanto nel 1975 Santino Romani, che non lesina sforzi per rinforzare la squadra, ma nonostante i massici investimenti effettuati con l’arrivo al San Girolamo di ottimi calciatori, come il centravanti Scicolone (capocannoniere nel 1976-77 con 24 gol), il terzino Ricci e la mezzala Poggi, i risultati non arrivano. Il decennio si chiude quindi con un ridimensionamento delle risorse e conseguentemente delle ambizioni del sodalizio rossoblu.

Gli anni ottanta e il ritorno in Interregionale (1980-1992)

La Narnese vincitrice del campionato di Promozione Umbra 1985-86. Promossa in serie D - In alto da sin.: Romani (Pres.), De Rosa (Pres.), Valloni, Cinelli, Testa, Proietti, Carletti, Conocchia, Novelli, Petrongari, Scarfì, Dominici, Carnevali, Nini (Dir.). In basso da sin.: Di Pietro (Segr.), Moretti, Luciani, Antonelli, Pieri, Campioni, Peresso, Passone, Morelli, Bandini.
L’austerità imposta dal presidente Romani alla fine degli anni ’70 prosegue anche all’inizio del decennio successivo. Massimo Carignani, divenuto direttore sportivo dopo l’esperienza di commissario e i suoi più stretti collaboratori Giannetto Liberati ed Ugo Nini, devono compiere autentici salti mortali per far quadrare i conti ed allestire con pochi soldi la squadra, che ha visto intanto il ritorno in panchina di Nicolini. Dopo due stagioni tranquille, ma non esaltanti dal punto di vista della classifica (7º posto nel 1980 ed 8º posto nel 1981, anno in cui l’Elettrocarbonium sale di categoria), il campionato 1981-82 è invece all’insegna della sofferenza. Partita con il freno a mano tirato, la formazione rossoblu comincia a carburare solo a novembre in coincidenza con l’ingaggio dell’attacante Forte (sul suo tesseramento si aprirà poi un lungo contenzioso con le altre società, che si risolverà però a favore della Narnese) ed il ritorno in campo di Giordano, che solo qualche mese prima aveva deciso di appendere le scarpe al chiodo. Nonostante un prepotente girone di ritorno, la compagine rossoblu riuscirà ad evitare la retrocessione solo all’ultima giornata, vincendo al San Girolamo un drammatico scontro diretto con la Pontevecchio, risolto da Luciani, autore del gol decisivo. Il torneo 1982-83 è segnato dall’esonero di Nicolini, fatale per il tecnico il KO nel derby con l’U. D. A. Sport, terza realtà calcistica della città, assorbita a fine stagione dalla società rossoblu, che cambia la denominazione in A. S. Narnese calcio. La fusione con i biancorossi produce soltanto un 6º posto. Intanto nel 1984 iniziano i lavori di costruzione del nuovo stadio San Girolamo, la squadra è costretta ad emigrare al “S.Anna” di Narni Scalo, che rimarrà la casa dei rossoblu per due anni. La fase di stagnazione che vede il glorioso sodalizio narnese vivacchiare da quasi dieci anni nella Promozione Umbra, si sblocca con l’arrivo dell’imprenditore Vincenzo De Rosa. Nel primo anno di collaborazione con Romani ed il suo staff, arriva subito un ottimo 2º posto alle spalle del Città di Castello. Ma è in Coppa Italia che gli uomini del tecnico Edoardo Proietti si fanno valere. Dopo aver superato: Deruta, Mar. Col., Sangiovannese, Grosseto, San Rocco al Porto e Vis Sezze (con un’epica rimonta da 0-2 a 6-2 nel ritorno giocato in terra laziale in cui Aldo Mercuri realizza un poker di reti, dopo che nella gara d’andata i ciociari si erano imposti per 1-0), i rossoblu giungono fino ai quarti di finale, dove si devono arrendere ai campani del Posillipo. I tempi per il ritorno nell’Interregionale sono ormai maturi e con l‘arrivo del mediano Campioni e degli attaccanti Cinelli e Morelli, che vanno a rinforzare una squadra che già poteva contare su elementi del calibro di Massimiliano Valloni, Testa, Moreno Novelli, Carletti, Cesare Bandini, Pieri, Conocchia, Antonelli e Luciani, il tanto agognato ritorno nell’ex serie D, può finalmente realizzarsi. La squadra del riconfermato Proietti, domina la scena fin dall’inizio, leggittimando il successo finale in virtù di una superiorità mai in discussione per tutto l’arco del torneo. In Interregionale la Narnese ritrova anche il suo stadio, che viene bagnato come meglio non si poteva alla prima in casa contro l’Urbino, battuto per 1-0, grazie ad un gol di Diego Cinelli, il giocatore più amato dai tifosi narnesi, che avranno poi modo di gioire anche per la vittoria nella stracittadina contro l’Elettrocarbonium, decisa da una rete di Fucina. A fine campionato, chiuso con una salvezza senza troppi affanni, Proietti chiude la sua esperienza in rossoblu, come già aveva fatto ad inizio stagione Romani, lasciando la conduzione della società al solo De Rosa. Con Nicola Traini alla guida tecnica, la Narnese chiude all’8º posto la stagione 1987-88, al termine della quale l’Elettrocarbonium cessa l’attività sportiva. Ne consegue che ben nove calciatori, più l’allenatore Paolo Berrettini, passano nelle file rossoblu. Dopo qualche difficoltà iniziale dovuta alla scarsa amalgama di un organico tutto nuovo, la squadra ispirata dal genio di Cesarini cambia marcia e grazie ai gol del tandem offensivo formato da Matticari (che con 18 gol sarà capocannoniere) e Filippis, risale la classifica posizionandosi alla fine al 3º posto. Identico piazzamento anche nella stagione successiva, che vede Cesarini ancora leader indiscusso di un gruppo che può contare sul contributo decisivo di uomini altrettanto importanti come Battella, Luciano Proietti e Massimo Costantini. Il ciclo di Berrettini si chiude nel 1990-91 (6º posto), primo anno di presidenza del vulcanico Giorgio Ciccarelli. La stagione successiva, nella quale fa il suo esordio il 17enne Di Loreto (un decennio dopo in serie A con Perugia, Torino e Fiorentina) e in cui si alternano ben tre tecnici (Andreani, Castaldo e Orazi), si conclude con una mesta retrocessione in Eccellenza.

L’epoca del patron Giacomo Carbone (1993-1998)

La Narnese 2ª classificata nel Campionato Nazionale Dilettanti gir. F 1995-96 - In alto da sin.: Mercadante, Mainardi, Feliziani, Santececca, Guadagnoli, Marcucci, Di Palma, Scarfini, Rossetti, Parravicini, Cotugno, Berardi, Cano, Ruggeri (Mass.). In basso da sin.: Lanternari, Carbone, Graziani, De Lucia (Prep. Portieri), Sesena (All.), Mercuri, Faiola, Tarsi.
L’ambiente rossoblu metabolizza senza troppi traumi la delusione per il ritorno nel calcio regionale, grazie all’arrivo del nuovo presidente: il facoltoso imprenditore romano Giacomo Carbone, che si presenta ai suoi nuovi tifosi con una campagna acquisti da sogno. Approdano a Narni autentici pezzi da novanta come Genovasi, Mancini, Marco Moretti e Vittiglio: tutti elementi di categoria superiore. I rossoblu, grandi favoriti per la vittoria finale del campionato, non hanno fatto, però i conti con l’ex Danilo Pace e con il suo Città di Castello, che vince a sorpresa il torneo, ottenendo la promozione nel Campionato Nazionale Dilettanti (l’ex campionato Interregionale). L’amarezza per la clamorosa disfatta è mitigata da un ripescaggio, che permette anche alla società narnese di salire di categoria. Carbone ingaggia allora un direttore sportivo di grande esperienza, Mario Santececca, ed un allenatore giovane ed amante del gioco a zona, Alberto Favilla. Inserita in un girone di ferro, la Narnese tiene testa ad avversari molto più quotati, terminando il campionato al 2º posto davanti alla Ternana (3°), preceduta in classifica solo dal Teramo. La stagione 1993-94 resterà nella memoria degli sportivi narnesi anche per il grande pubblico che ha fatto da cornice ai big-match con Teramo (1800 spettatori per un incasso di oltre venti milioni di lire) e Ternana (3500 spettatori per la sfida del San Girolamo, nell’occasione gremito al limite della capienza e 6297 spettatori per un incasso di £ 77142000 per quella del Liberati), oltre che per le grandi prodezze viste sul campo, come la spettacolare rovesciata con la quale il centravanti Apuzzo, risolve al novantesimo la gara interna con l’Ostia Mare. Dopo due anni di grandi investimenti, Carbone cambia decisamente rotta, puntando sulla linea verde. La rosa viene ringiovanita e Robero Sesena, allenatore della juniores, viene promosso in prima squadra. Trascinata dai gol di Marcucci, la Narnese rimane a ridosso delle prime posizioni fino all’ assurdo incidente di Terni (4ª giornata di ritorno), nel quale rimangono feriti Massimo Mercuri, Guadagnoli e Rossetti, in seguito allo scoppio di un petardo partito accidentalmente dal settore occupato dai tifosi giunti da Narni e sotto il quale si erano recati i giocatori rossoblu per festeggiare il gol dell’ 1-1 segnato proprio dallo stesso Mercuri (il più grave dei tre feriti). Quindi il vistoso calo finale che farà scivolare la squadra al 9º posto, un piazzamento che di sicuro non rende merito al bel gioco espresso dalla compagine del patron Carbone nella prima parte del campionato 94-95. Ma tanto basta per dare di nuovo fiducia a Sesena ed al suo gruppo, nel quale spiccano i nomi di Feliziani, Guadagnoli, Marcucci (infortunatosi a novembre e sostituito da Mainardi), Mercadante, Massimo Mercuri, Parravicini, Rossetti, Massimiliano Santececca (figlio del d.s.) e Scarfini, Tra i volti nuovi della stagione 1995-96, figurano invece Berardi (un ritorno il suo), ed i promettenti Cano, Cotugno e Faiola. Partita a fari spenti, la squadra rossoblu crescerà di gara in gara, dando vita insieme alla Maceratese ad un appassionante testa a testa, che si risolverà sul filo di lana in favore dei marchigiani, primi e promossi in serie C2 con un solo punto di vantaggio (68 a 67). Mai la Narnese era andata così vicina al salto fra i professionisti. L’annata successiva, accompagnata inizialmente da tante aspettative, si conclude invece con un deludente 6º posto. Carbone impronta allora una nuova massiccia campagna di rafforzamento: arrivano insieme al nuovo tecnico Claudio Tobia, uomini del calibro di Cano, Poziello, Promutico, Sanguedolce, Scagliarini, Gaetano Vastola, Luigi Vastola e Vivarini. I rossoblu vincono le prime sette partite, ma dopo aver perso il comando della classifica alla penultima giornata di andata, si disuniscono, terminano al 3º posto, distanziati di ben 14 punti dalla capolista Gubbio. Alla fine della stagione 1997-98 Carbone da il suo addio alla società: si conclude così un'epoca ricca di soddisfazioni, ma anche di rimpanti.

Gli anni duemila (1999-2008)

La Narnese vincitrice del campionato di Eccellenza Regionale e della Coppa Italia regionale 2004-05. Promossa in serie D - In alto da sin.: Quondam G., Brozzetti, Tassone, Rosati, Pelliccio, Taddei, Marrocolo, Proietti, Botta, Piccini. Al centro da sin.: Faiola, Piovanello, Ciotti (mass.), Roscini (mass.), Campanella (prep. atl.), Schenardi,Lilli (all. in 2°), Vallerignani (osserv.), Bernardini (mass.), Raggi, Cioci.In basso da sin.: Biagetti, Menichelli, M.Grillini, Maccaglia, Angeli, Rossi, S.Grillini, Pestrin, Silveri.
L’uscita di scena di Carbone accende una cruenta lotta di successione fra due cordate interessate a rilevare la società. Da una parte, un gruppo coordinato da Ivano Massetti, personaggio istrionico, volto televisivo molto popolare in Umbria, con Danilo Pace come referente, dall’altra Giorgio Ciccarelli coadiuvato da Elvio Di Pietro, dirigente di vecchia data. A spuntarla saranno questi ultimi che riusciranno a coinvolgere nel loro progetto anche altri imprenditori locali tra cui Moreno Gubbiotti, che assume insieme a Ciccarelli (colpito da un ictus durante i giorni del passaggio societario) la carica di presidente. Pace che avrebbe voluto unire le due fazioni diventa il nuovo direttore sportivo, mentre Di Pietro viene nominato direttore generale. Dopo la società anche la squadra è da ricostruire per intero, visto che nessun giocatore della stagione precedente è rimasto in organico. Feliziani, Rossetti ed un manipolo di giovani, guidati prima da Puccica e poi da Pace, affrontano, senza troppa fortuna, il campionato 1998-99. E così dopo sette anni la Narnese ritorna malinconicamente in Eccelenza. Il ritorno nel massimo campionato dilettantistico regionale si rivela estremamente complicato e nonostante l arrivo di un giocatore di grande talento come Borrello (che con l’ esonero di Pace, vestirà anche i panni di allenatore), i rossoblu chiuderanno al 4º posto senza mai inserirsi nella lotta per il vertice. Nella stagione successiva con Borrello ancora nella doppia veste di allenatore-giocatore e con gli innesti di Marco Moretti (tornato a Narni dopo sette anni), Papa e Maurizio Nori, che vanno a rinforzare una rosa nella quale figurano comunque nomi importanti come Luca Ricci, Federico Proietti e Valloni (ennesimo cavallo di ritorno), la squadra rossoblu consegue un buon 2º posto, uscendo poi al 1º turno degli spareggi nazionali, per mano degli abruzzesi del Val di Sangro. Il 2001-02 è ancora caratterizzato dall’ingaggio di illustri ex, come Battella, Feliziani, Massimo Costantini ed Edoardo Proietti, chiamato in panchina per sostituire all’inizio del girone di ritorno Luciano Marini. La compagine narnese, partita all’inizio del torneo come una delle favorite, deve accontentarsi alla fine del 3º posto, facendosi poi eliminare dall’Arrone nelle semifinali dei play off. Dopo un anonimo campionato di metà classifica, nell’estate del 2003 si riaccende l’entusiasmo della tifoseria, per l’ingresso dell’intera dirigenza della Fortis Terni (scioltasi dopo un solo anno di affiliazione) nella compagine societaria rossoblu. L’organigramma si modifica, Paolo Garofoli, noto imprenditore ternano, sostituisce Ciccarelli, affiancando Gubbiotti alla presidenza. Giacomo Carbone, socio forte del sodalizio, ritorna in orbita narnese, trascinandosi dietro l'inseparabile Santececca (ancora nel ruolo di direttore sportivo) e Sesena, che si accomoda nuovamente sulla panchina della Narnese. La squadra, che si arrichisce di elementi provenienti dalla forte inquadratura ternana, parte con l’obiettivo dichiarato di vincere il campionato. Ma dopo solo sei giornate allenatore e direttore sportivo “saltano”, pagando un inizio di torneo avaro di punti e di gioco. Anche Carbone, in polemica con i due presidenti abbandona. In società la confusione è totale, ma alla fine Gubbiotti e Garofoli risolvono la situazione ingaggiando Marco Schenardi (un passato illustre nella massima serie con Brescia, Reggiana, Vicenza, Bologna ed ottimi trascorsi anche con la Ternana in serie B) con la doppia mansione di allenatore e giocatore. L’avvento dell’ex-rossoverde, dopo i primi positivi risultati, non sortisce gli effetti sperati ed alla fine ci si deve accontentare del 3º posto, da cui scaturisce una prematura uscita di scena nelle semifinali dei play off. Schenardi viene comunque confermato anche per il 2004-05, che si apre con l’acquisto di Cioci, uno dei migliori cannonieri di sempre del calcio umbro, alla seconda esperienza in maglia rossoblu dopo quella poco fortunata di tredici anni prima. L’attaccante, ispirato da Schenardi, con i suoi 18 gol (che lo incoronano miglior realizzatore del campionato), contribuisce in maniera determinante al duplice trionfo in campionato (che vale il ritorno in serie D) e Coppa Italia regionale. Non meno importante, risulterà l’apporto fornito dal resto della squadra (modellata intorno alle due punte): con Brozzetti, Botta, Federico Proietti, Biagetti ed il portiere Taddei nel reparto arretrato e con Faiola, Raggi e Silveri in mezzo al campo. Nella stagione successiva, non bastano i 20 gol del nuovo centravanti De Angelis per evitare la retrocessione che si concretizza nei play out contro i liguri della Lavagnese, capaci di rimontare con un perentorio 5-1 il 2-0 subito nella gara d’andata. Ma dopo un lungo e sofferto iter burocratico, la società rossoblu è riammessa di nuovo nel campionato di serie D. La squadra, molto cambiata rispetto all’ anno precedente ed affidata ad un tecnico di navigata esperienza come Guido Poponi, riesce a salvarsi senza problemi offrendo a tratti un gioco di pregevole fattura, grazie alla sapiente regia di Conti, il più “anziano” del gruppo insieme a Rossetti. Il campionato 2007-08 sembra nella prima parte ricalcare quello passato, ma dopo la cessione di Raggi in serie C1 al Foligno, la squadra si smarrisce, sprofondando in una crisi che ha come conseguenza l’allontanamento di Poponi, sostituito con Otello Trippini. Il cambio non evita tuttavia la discesa in Eccellenza, fatali anche in questa circostanza i play out, persi nell’occasione contro i molisani dell’Olympia Agnonese.

Il ciclo di Otello Trippini (2009-2013)

La Narnese vincitrice del campionato di Eccellenza 2012-13. Ultima promozione in serie D - In alto da sin.: Gaggiotti; Alvisini; Raggi; Bobboni; Mazzucconi; Nini; Schiaroli; Quondam Gregorio; Angeluzzi; Poggiani; Donati. Al centro da sin.: Ceccarelli; Manni; Silveri; Di Domenico (all. port.); Trippini (all.); Sabatini (all. in 2°); Ciotti (mass.); Martellotti; Lupi. In basso da sin.: Straminelli; Borrello; Siragusa; Capocci; Venturini; Proietti; Baratta; Ciferri.
La Narnese si riaffaccia in Eccellenza nel 2008-09 con aspettative diverse rispetto a quelle che quattro anni prima avevano preceduto l’ultima felice apparizione, conclusasi con la promozione nella categoria superiore. Trippini rimasto sulla panchina rossoblu, non dispone di un organico in grado di poter competere per il primo posto, ma con uomini come Ciani, Fabiani, Faiola, Fortunati, Iannuzzi, Scappito, Schettino, Silveri, Taddei e Vitelli, i play off sembrano alla portata. La squadra, però, si esprime salvo qualche rara eccezione, sempre al di sotto delle proprie possibilità, classificandosi al 6º posto, ma riusciendo ugualmente a disputare i play off (dove esce subito per mano del Todi), grazie al posto lasciato dal Castel Rigone, salito in serie D attraverso la Coppa Italia. Gli arrivi nella stagione successiva di Cipiccia, Federico Proietti, Virgilio e dell’attaccante Leonardi a dicembre, potenziano ulteriormente la rosa a disposizione del tecnico, ma la compagine rossoblu delude le attese chiudendo ancora una volta al 6º posto, fuori dalla zona play off. Nella stagione 2010-11 la Narnese perde il forte centrocampista Fabiani, ma acquisisce le prestazioni dell’esperto Pagliarini (con un lungo passato da professionista alle spalle) e dell’esterno difensivo Nulli Costantini. La partenza in campionato non è delle migliori e alla fine del girone di andata la squadra si ritrova a ridosso della zona play out. Il ritorno di Raggi a gennaio non migliora la situazione, che anzi si complica ulteriormente dopo la brutta sconfitta casalinga con il fanalino di coda A. M. ’98, che fa sprofondare i rossoblu nel baratro della bassa classifica. Trippini rassegna allora le dimissioni, che vengono, però, respinte dai presidenti: il sodalizio rossoblu è ormai giunto ad un punto di non ritorno. La settimana successiva in casa dell’Angelana, arriva la vittoria della svolta. I ragazzi di Trippini, presi per mano da Raggi, infilano altri tre successi consecutivi, tornando ad intravedere la luce. In uno di questi, il 3-1 alla Vis Casa del Diavolo, Virgilio segna una rete da Guinness dei Primati, dopo 3 secondi e 90 centesimi, battendo il portiere ospite con una precisa parobola direttamente dal calcio d’inizio. Il gol, che farà il giro del mondo, è considerato il più veloce di sempre. La rincorsa della Narnese si conclude felicemente sul campo del Bastia, già alla penultima giornata, con il suggello di Silveri, che corona un’impresa apparsa disperata solo qualche tempo prima. Dopo lo scampato pericolo, la società vuole scongiurare i rischi di un altro campionato sofferto e per questo il direttore sportivo Vallerignani, ingaggia l’attaccante Papatolo e il jolly difensivo Storti, due calciatori di grande personalità, in grado di supportare i tanti giovani presenti in organico. Che la musica sia cambiata, lo si capisce subito fin dalla prima giornata, quando i rossoblu battono in rimonta al San Girolamo il Bastia, formazione favorita per la vittoria finale dell’Eccellenza 2011-12. La compagine dei presidenti Gubbiotti e Garofoli rimarrà a lungo l’unica antagonista dei bastioli, prima di cedere nel finale e chiudere al 3º posto dietro anche al Casacastalda. I play-off, ancora indigesti, vedranno la Narnese subire l’ennesima eliminazione in semifinale.

Nella stagione 2012-13 il duo presidenziale impone una riduzione dei costi, abbassando il budget a disposizione del nuovo d.s. Federico Proietti, passato nel frattempo dal campo alla scrivania, dopo aver chiuso la carriera di calciatore alla fine del campionato precedente. Partono per esigenze di bilancio Papatolo, Piccarozzi, Storti, Virgilio e Vitelli. Restano invece Angeluzzi, Quondam Gregorio, Raggi, Silveri e i “sottoquota” Baratta, Ciferri, Gaggiotti, Lupi e Rimini. Il mercato porta in dote, oltre a qualche giovane di belle speranze, il difensore centrale Poggiani e i centrocampisti Donati e Manni, quest’ultimo, narnese di nascita, torna a casa dopo un lungo peregrinare in giro per l’Italia nelle categorie professionistiche. Dopo aver raccolto un solo punto nelle prime due gare, i rossoblu infilano tre successi consecutivi e alla 9ª giornata si ritrovano solitari in testa alla classifica. Gli infortuni di Manni e Raggi a novembre, frenano la corsa degli uomini di Trippini, che incappano in tre sconfitte consecutive, perdendo la leadership. Con il recupero dei due infortunati e l’arrivo a gennaio del terzino destro Damiano Nori, la Narnese si riporta a ridosso delle prime, ottenendo al giro di boa del campionato un filotto di quattro vittorie, interrottosi alla 19ª giornata sul campo della Subasio (la grande favorita del torneo). Ma è solo un incidente di percorso, perché i rossoblu trascinati dai gol del gigante Quondam Gregorio (difensore trasformato in centravanti da Trippini), riprendendono spediti la marcia. Nonostante due pareggi (Nestor in casa e Cannara fuori) ne rallentino il cammino, la squadra riesce a guadagnare nuovamente la testa della classifica, distanziando la Subasio di due punti, grazie a due rocambolesche vittorie casalinghe maturate nei minuti finali con San Venanzo e Città di Castello (con quest’ultimo sarebbe comunque arrivato il 3-0 a tavolino per il mancato utilizzo del “fidelizzato”), entrambi con il medesimo risultato di 3-2. Un altro 3-2, questa volta in trasferta, contro l’Orvietana, scava un ulteriore solco in classifica sulla più immediata inseguitrice, distanziata a questo punto di quattro lunghezze. Una stupenda realizzazione di Manni, decisiva per il sorpasso al San Sisto (2-1 con espulsione di Quondam Gregorio, squalificato per cinque giornate, poi ridotte a tre) e una fredda esecuzione dal dischetto di Raggi a Nocera Umbra, permettono alla Narnese di conservare sempre quattro punti di vantaggio sui bianconeri assisani, quando restano da giocare solo due gare. Nella prima, in un San Girolamo ribollente di passione e di tifo, i rossoblu si fanno tradire dall’emozione, facendosi imporre lo 0-0 dal Gualdo e sprecando così il primo match point a disposizione. Ma la festa è solo rinviata, la settimana successiva a Santa Maria degli Angeli, fra il tripudio dei tifosi, un gol del rientrante “Paolone” Quondam, spalanca alla Narnese le porte della serie D, regalando alla società il più inaspettato e sofferto successo (il sesto della serie nel massimo campionato dilettantistico regionale) della sua storia.
E allora, un pezzo di storia l'abbiamo raccontata, tanta altra ce ne sarà ancora da raccontare: ottantasette anni senza perdere mai la passione per i colori rossoblu.
Perché l'amore è una passione che non muore. Mai!
Narni 10 ottobre 2013